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Musica

Ambiq, il trio kraut-jazz che vi porterà nella stratosfera

Vi presentiamo in anteprima "AMBIQ 2", un album tra il kraut, il dub e il jazz che vi farà andare fuori di testa.

Oggi vi presentiamo un album orgogliosamente raffinato e jazz, come se fossimo sulle pagine sofisticate di Wire. I tre ragazzi qui sopra sono Samuel Rohrer, il collaboratore di Villalobos Max Loderbauer e Claudio Puntin, e insieme sono gli AMBIQ, una commistione tra suoni kraut, dub e jazz, insomma tutta roba che ci piace e parecchio.

Il jazz non è solo quella cosa virtuosistica, violenta e travagliata che avete visto in Whiplash. Il jazz, soprattutto declinato in questo modo, può essere meditativo, profondo, oscuro e coinvolgente, anche più coinvolgente dei bangeroni in quattro quarti che vi fanno saltellare di solito.

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Il secondo album degli AMBIQ si intitola AMBIQ 2 ed è uno dei dischi più fighi che ci capitano sotto le orecchie da un po'. Il trio suona come un ibrido intenso e oscuro tra kraut, ambient, jazz e dub, che starebbe benissimo a colonna sonora di un film noir futuristico ambientato nei sobborghi di una New York del 2200. Vi consigliamo di ascoltarlo a fondo e con attenzione, dall'inizio alla fine, e poi di riascoltarlo, perché le trame che gli AMBIQ riescono a tessere sono complesse e stratificate come è d'uopo per un disco degno di rimanere impresso.

Alzate quindi il volume e non opponete resistenza, perché da buona tradizione jazz e kraut si parte da qui e si arriva a paesaggi cosmici. Qui sotto potete leggere un paio di domande che abbiamo fatto alla band.

Noisey: Come possiamo descrivere la musica degli AMBIQ?
AMBIQ: Un ponte tra elettronica, elettroacustica, Krautrock ed esplorazioni ritmiche concrete. La nostra musica arriva da un pozzo profondo di influenze che includono i primordi della musica elettronica, l'improvvisazione e il dub spaziale.

Pensate che l'elettronica, da sola, non sarebbe bastata ad esprimere la vostra visione?
Il nostro viaggio nella musica inizia da lontano e dura da un bel po'. Quando suoniamo, innanzitutto cerchiamo di ascoltarci l'uno con l'altro, poi di ascoltare il nostro "orecchio interno", e in ultimo di ascoltare quello che stai suonando, e dove vuoi che arrivi, con che strumenti vuoi che ci arrivi. Succede tutto molto in fretta, non è che ci pensi su. Il risultato è che, quando improvvisi, ciò che fai è totalmente intuitivo. Il lato positivo è che diventa un'espressione diretta di quello che sei e di quanto hai assorbito nella tua vita, che assorbi ogni giorno, ogni momento. Alla fine fare musica è un gioco di ascolto e di perseveranza. Se tre persone insistono abbastanza sulle proprie idee, ma al contempo riescono a mantenersi aperti e flessibili e in grado di ascoltarsi a vicenda, insieme riusciranno a creare meravigliose creature musicali, che sono difficili da pensare prima di averle davanti concretamente. In questo caso per noi vale un mix di suoni acustici ed elettronici, perché quello che vogliamo fare è diverso dalla musica strumentale ed è impossibile da ottenere solo con l'elettronica.

Quanta parte fa l'improvvisazione?
È tutto improvvisato al 100%. Abbiamo registrato un sacco di musica in una recording session di due giorni. La parte più grossa del lavoro, poi, è stato scegliere e perfezionare i momenti che ci piacevano.

Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Abbiamo un background molto vasto e un sacco di influenze. Dalla musica classica al jazz, al pop, all'elettronica fino alla musica improvvisata. Abbiamo studiato classica, jazz, arriviamo da prospettive e storie diverse, ma vogliamo fare qualcosa di nuovo insieme perché abbiamo un gusto molto simile e soprattutto siamo tutti e tre assetati di nuova musica, per questo vogliamo crearne.

AMBIQ 2 è uscito per Arjunamusic records. Potete acquistarlo qui.