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Musica

Tach Noir ft. Sikavi Lauress - NONENE

Oggi una hit sudafricana talmente incendiaria che vi farà venir voglia di possedere un idrante.

Nella rubrica HIT BELLE DAL MONDO andiamo a scovare pezzi che sono delle vere e proprie hit da primi posti in classifica, ma lo sono in paesi che stanno dall'altra parte del mondo. Dato che siamo amareggiati che queste hit non arrivino qua, abbiamo deciso di portarvele noi.

Oggi andiamo in Sudafrica.

A un primo ascolto la cosa che mi aveva colpito maggiormente di questo brano FAMOSISSIMO in Sud Africa era stato il ripetersi costante della parola “Sócc'mel” che—come insegna l’antica tradizione del dialetto bolognese—è un triviale e goliardico invito alla fellatio, insomma un “suca” più romantico, come tutto quello che arriva dall’Emilia-Romagna. Questa interiezione, famosa anche all’estero, è quello che in pochi chiamano shibboleth, ovvero una parola o espressione che, per il suo suono di alcune vocali o consonanti, risulta molto difficile da pronunciare (ecco un esempio, la parola olandese Scheveningen).

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Tutto in "NONENE" mi ha fatto pensare allo shibboleth, partendo dal testo misterioso e criptico, sino ad arrivare ai nomi del duo + cantantessa, Tach Noir e Sikavi Lauress, che spero ora non si sentano offesi perché li ho scritti in minuscolo. Credo tuttavia che gli amici qui sopra non arriveranno mai a me, così come io, pur setacciando il web, non sono arrivata a uno straccio di notizia o biografia o ipotetica data di tour, se non al profilo Facebook di Sikavi, che è del Togo, parla francese, ama fare i feat. con influenze dialettali (in questo ripete “drugà”) e alterna foto da Oprah a foto da escort.

Superata questa prima fase di smarrimento, ho riascoltato il brano, guardando con attenzione il video promosso gentilmente da Mafia Musica e dalle tette di quella pantera che è Sikavi Lauress, che a un certo punto dice “maison” (unica parola capita di tutto il brano). E oltre al desiderio folle di avere il taglio di capelli di un membro della band—ovviamente l'unico che non ha i dread—ho avuto tanti altri desideri, che vi elenco:

- Saper abbinare anche io i vestiti allo sfondo che mi circonda
- Avere tutte le giacche, i gilet, i pantaloni e gli occhiali da sole che i nostri eroi sfoggiano nel momento hipster colorato
- Indossare in generale tutti gli accessori etnico-pimp del video
- Vedere una volta dal vivo il movimento di quadricipite di Sikavi

E poi la mia lista si è dovuta fermare all’improvviso con l’arrivo di alcune immagini calcistiche che non sono riuscita a contestualizzare. Chi ha fatto goal? La mia amica Anna? Dopo la partita, un altro tipo di smarrimento: mi sono trovata catapultata sulle poltrone di velluto nel privé del Sensation White con degli sconosciuti che non erano i miei amici Tach Noir e Sikavi, un po’ come quando ti ritrovi alle sette di mattina a casa di sconsociuti a fare after, ti guardi intorno e non conosci nessuno.

Nonostante il finale incerto—forse volutamente drammatico—vòlto a rappresentare la crisi dell’uomo postmoderno e la frammentazione della realtà, la meravigliosa traccia ci ha regalato tre minuti di ritmo incendiario conscious, vista anche la presenza di un idrante. Bravi regaz!

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