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Musica

Cosa ci aspettiamo da Eden, il nuovo film sulla French House

Ok, sarà pure un film poetico, ma noi vogliamo vedere i robottoni, i megafiltri e David Guetta sotto acido.

Abbiamo avuto un film, anzi, mezzo film, sulla scena Madchester: 24 Hour Party People. Ne abbiamo avuto anche uno post-punk: la biografia dei Joy Division Control. Per non parlare di Human Traffic: incentrato sul fervente movimento rave inglese. Ma un film che non ci saremmo mai aspettati di vedere è Eden.

Eden, la cui prima proiezione si terrà il prossimo mese al Toronto Film Festival, è incentrato sul movimento "French Touch" che si è sviluppato a Parigi negli anni Novanta, rendendo famosi progetti come Cassius, Laurent Garnier, Etienne de Crécy, Air, e—ovviamente—i Daft Punk.

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La pellicola attraversa due decenni di vita tra Parigi e New York dal '90 ad oggi, e segue la storia di un diciassettenne chiamato Paul il quale, fuggito da casa, decide di immergersi a pieno nella scena club parigina. Il giovane crea così un duo di elettronica insieme ad un caro amico e—l'avrete capito—la coppia spopolerà a livello mondiale. È come se Boogie Nights incontrasse The Last Days Of Disco con un pizzico di esistenzialismosiamopiùfighinoieuropei alla Christiane F.

Nel 1998 la French House stava raggiungendo il proprio zenith commerciale. Gli Stardust, che erano ovviamente metà dei Daft Punk sotto mentite spoglie, diedero vita alla hit mondiale "Music Sounds Better With You". La rivista inglese Mixmag dichiarò all'epoca dei fatti che la French Touch non soltanto aveva salvato la dance, ma l'aveva anche cambiata per sempre. L'indole nostalgica ed archivista della scena French ristabilì un senso di innocenza, meraviglia ed euforico ottimismo nella musica dance, e la narrativa di Eden sembra il miglior veicolo per tradurre su pellicola questo importante rito di passaggio. E poi diciamocelo: per i film maker indipendenti ogni scusa è buona per riprendere una miriade di adolescenti francesi mentre fumano in vari sfondi urbani. Di fianco a sontuosi dettagli anni Novanta e all'inconsueta ingestione della pillola disco preferita da chiunque, aspettatevi di vedere tanta malinconia dalle tinte pastello, storie d'amore adolescenziali e un edonismo iper-realista: praticamente, tutto ciò che ha generato la French Touch.

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Questo film esce ovviamente in tempi floridi, se si considera l'impatto che ha avuto la french sulla dance moderna. Bisogna infatti ringraziare la filter house francese, perché, se non fosse stato per lei, non sarebbe mai esistita l'electro francese e di conseguenza L'EDM. Non c'è dubbio che, viceversa, anche i Daft Punk abbiano sfruttato il boom dell'EDM per il recente ritorno, culminato nel 2013 con la hit che forse conoscerete "Get Lucky". Il regista ha inoltre confermato che il duo ha acconsentito all'inserimento di tre propri brani nella colonna sonora.

Eden dovrebbe essere il film che la French Touch finalmente si merita. Se però i produttori dovessero per sbaglio disporre ancora di tempo per la post-produzione, ecco dieci idee che apprezzeremmo molto vedere uscire dalla sala montaggio.

1. I Robot

Come potrebbe un film sulla leggenda della French Touch sorvolare su un argomento cruciale come la genesi dei robot alieni? Che ne dite di un montaggio in stile A-team che vedrebbe il duo lavorare come schiavi con saldatori e segatura sui propri elmetti prototipo, per poi rivelare un paio di schifosissimi ammassi di cartapesta con incollati sopra degli occhiali da pilota?

2. Questo tipo qui

Quest'anno David Guetta compie 76 anni, ma, in un tempo nella preistoria della EDM, era un giovane birichino con un sogno: bighellonare per la scena underground parigina in cerca del botto. Ci piacerebbe molto vedere il percorso di Guetta in una trama secondaria: dal babbo-groupie della consolle, al produttore totalmente incapace, concludendo con un Guetta completamente esaurito che urla ai dipinti con il pene di fuori in preda ad un delirio acido nella propria casa di Los Angeles. Attori che potrebbero interpretare Dave? Che ne dite di Rhys Ifans, che mostra una inspiegabile somiglianza con Guetta? Oppure, per pari valore comico, Danny Dyer? Di questi tempi farebbe qualsiasi cosa.

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3. Modjo - ‘Lady (Hear Me Tonight)’

Nessun film epico può dirsi completo senza una adeguata colonna sonora che include tracce dell'epoca. Come sarebbe American Graffiti senza "Rock Around The Clock" di Bill Haley? O Dazed And Confused senza "Sweet Emotion" degli Aerosmith?

I Modjo erano il duo francese composto dal produttore Romain Tranchart e il cantante Yann Destagnol. Dal duemila in poi, la loro evergreen "Lady (Hear Me Tonight)" ha celato dietro un intermittente artificio retro un grande cuore che batte. Semplice, tenera e dolcemente seriosa "Lady" era la quintessenza dell'innoocenza. La traccia narra di purezza e idealismo naïf e, per estensione, degli stessi anni Novanta, una decade che man mano risulta un'epoca sempre più serena e semplice. Come un paradiso, o, se preferite, un eden.

Il regista Løve ha raccontato al Guardian che i soli costi in diritti di sincronizzazione per Eden ammontano a circa cinquecento mila dollari, ciò significa che la pellicola è impostata su una colonna sonora colma di classiconi French Touch. "Lady" sarebbe perfetto per fare da sottofondo alla parte del film che affronta il periodo d'oro del genere musicale, prima che l'inevitabile secondo tempo del lungometraggio svolti in un'atmosfera cupa e oscura mentre il sogno diventa aspro. Oppure si potrebbe usare la traccia in questione nel pathos carico di redenzione della scena finale, in cui un Paul consumato da una logica disillusa rimembra i lontani tempi in cui la musica era la sola ed unica ragione di vita. Human After All.

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4. La Nascita dell'Effetto Ovattato

Ogni genera dance possiede una propria caratteristica tecnica peculiare. Per l'acid house era il bleep della 303, mentre per la techno di Detroit era l'orgasmo mentale provocato dai sintetizzatori cosmici. La Trance aveva quella merdosa struttura di giri di rullante prima del drop, mentre la dubstep aveva i bassi wobble. La french house ha sviluppato con il tempo una gamma di caratteristiche, dal "tutto in sidechain" all'inconfondibile suono monolitico del colpo di cassa. Ma soltanto uno di questi aspetti costituiva la vera anima filter disco: l'effetto ovattato.

Le biografie musicali tendono sempre a favorire la storia della persona piuttosto che esplorare le innovazioni musicali che hanno reso l'artista tale. Vogliamo un po' di scienza qui. E se Eden sdrammatizzasse sul vero momento in cui i dj hanno scoperto l'effetto filtro passa-basso con una scena in stile Hustle And Flow? Tipo, Etienne de Crécy che dimentica un cuscino sopra uno speaker e accidentalmente inventa il più grande contributo della scena alla dance, l'unico e onnipresentente effetto filtrato che per almeno tre anni successivi sarebbe diventato il solo modo per iniziare una traccia house o per introdurre un synth capace di sciogliere il cuore.

5. I Dj Inglesi

Ok, abbiamo gli attori per interpretare i Daft Punk e l'intera combriccola French Touch. Ma che ne dite di vedere interpretati alcuni dei dj inglesi dell'epoca? Potremmo goderci un cameo di Norman Cook o di Liam Howlett, oppure degli stessi Chemical Brothers, al secolo Dust Brothers, quando Tom Rowlands sembrava J Mascis dopo un rave ma con una laurea in ingegneria. Ancora meglio, il perennemente sfatto Brandon Block potrebbe impersonare se stesso: potrebbe "recitare" confuso e intossicato mentre sputa fuori a raffica mille luoghi comuni dance tipici degli anni Novanta, come "Ci stai dentro" oppure "è tutto troppo Pete Tong". Come una auto-parodia di una auto-parodia.

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6. MC Solaar

Ovviamente, la house non era l'unico prodotto di esportazione francese degli anni Novanta. Con il successo dei collettivi IAM e NTM, l'hip hop francese stava sperimentando la propria primavera. Il volto internazionale del rap d'oltralpe era il senegalese di nascita Claude M'Barali aka MC Solaar. Narrando delle vicende d'immigrazione nelle famose banlieue della capitale, Solaar dava una risposta spavalda ma spirituale a Nas. Essendo stato prodotto dai Cassius negli anni Ottanta, Solaar può essere considerato parte integrante del movimento French fin dalle origini, pertanto, dipingere un giovane ed assetato M'Barali sarebbe cosa buona e giusta.

7. Twilo

Twilo, New York, 1999

La prima città ad aver abbracciato il nuovo sound francese al di fuori di Parigi è stata New York. Negli ultimi anni Novanta il club di Manhattan Twilo diventò la succursale newyorkese della french house quando cominciò ad ospitare "Respect Is Burning", la serata che divenne portabandiera del movimento house parigino. Il Twilo era la risposta filter disco allo Sudio 54 e, mentre la storia si sposta da Parigi alla Grande Mela, ameremmo molto ammirare scene di decadenza pre-mainstream del genere musicale francese. Ecstasy e sesso facile nei bagni à go-go.

8 I retroscena del video di "Around the World".

Un cliché del film biografico è la scena del protagonista sul luogo di riprese del loro video più celebre. È ormai certo che il video promozionale di "Around The World" dei Daft Punk, diretto da Gondry sia il miglior videoclip mai realizzato, per cui, sarebbe figo vedere una sequenza del film sul set del video, anche per poter vedere su grande schermo uno dei più grandi registi dell'era moderna.

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9. Quest'altro tizio qui

Flat Eric divenne famoso nel 1999 grazie ad uno spot della Levi's in cui Eric ballava al ritmo di "Flat Beat", una oscura traccia electro funk del produttore francese MR.Oizo. Purtroppo, quando si spensero le luci della ribalta, per Eric, al secolo Ian Davies, iniziarono tempi decisamente bui. Dopo aver dichiarato bancarotta nel 2003, una spirale di tossicodipendenza lo portò ad un breve soggiorno in carcere. Dopo la detenzione, il nostro peloso amico giallo ha perpetuato nella propria vita malavitosa. Attualmente, Davies è ricercato in connessione a tre omicidi nella zona del centro di Chicago, dove voci indiscrete ricollegano alla mafia albanese la figura della star decaduta.

10. Kanye

Anni prima che quel vecchio pervertito di Pharrell avesse la stessa idea, West aveva già corteggiato I Daft nella metà degli anni '00 fino a culminare nel 2007 con quella stranezza che è "Stronger", che poi è essenzialmente "Harder, Better, Faster, Stronger" di Discovery ma con le strofe rap sopra. Ci piacerebbe molto vedere una rievocazione della sequenza di "Sister Christian" in Boogie Nights, dove un Paul in caduta libera viene ospitato da un Kanye West strafatto di bambù che scaletta in vestaglia in un ricevimento a Los Angeles. Praticamente una checca in abiti di seta che droppa vodka Red Bull nella surrealistica cornice delle ballate rock anni Ottanta.