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Musica

Le migliori uscite della settimana

Nella giungla delle nuove uscite, l'unico modo per non finire travolti da dischi brutti e pallosi è seguire i nostri consigli. Venite a scoprire che c'è di nuovo.

Normalmente i dischi escono di venerdì, ma qui a Noisey sappiamo benissimo che di venerdì siete troppo impegnati ad ascoltare i dischi appena usciti per cagare quello che noi abbiamo da dire sui dischi appena usciti. È il motivo per cui, all'inizio di ogni nuova settimana, vi daremo il nostro parere su qual è il meglio del meglio delle uscite di quella passata. Non vi preoccupate, però, sappiamo anche che non c'è gusto a non fare polemica, per cui vi daremo pure il nostro parere sui dischi più brutti e inutili che il venerdì ha fatto piovere su di noi. Bene, accendete l'incenso e spalmatevi la mirra, che noi vi spieghiamo dove trovare l'oro:

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TIGA — No Fantasy Required

Se fossimo nel 2006 (cioè ai tempi di Sexor) qualcuno direbbe ancora che Tiga fa electroclash, ma per fortuna non siamo più nel 2006 e abbiamo smesso di inventare nomi stupidi per generi musicali che hanno già un nome. Il fichetto si è messo in posa nella cover per sembrare Gary Numan lampadato vestito da Bryan Ferry, e pure il disco è un concentrato di raffinatezza ostentata (che sarebbe un ossimoro, ma non fa niente). Ascoltatelo: vi sentirete automaticamente più poveri e più brutti, ma non riuscirete a togliervelo dalla testa.

BAKLAVAA —Dane On

Immaginando un ipotetico ponte sospeso tra i Jesus Lizard e tutte le band che ne hanno ripreso l'influenza pur avendo un cuore emo (Angel Hair e compagnia bella), questo quartetto di Baltimora col nome di un dolce turco starebbe sotto, coi piedi a mollo nel torrente, a urlare ingiurie ai passanti. Di questi tempi è rarissimo trovare un disco lontanamente imparentato con hardcore e post-hardcore che non sia una grossissima palla, invece questi c'hanno un tiro pazzesco. Piaceranno soprattutto ai nostaglici incazzati o agli eroinomani col cuore di panna, ma noi non rientriamo in nessuna delle due categorie, quindi fidatevi.

In the Mouth Of The Wolf —Sleight Of Hand

Ecco la cosa più dichiaratamente industrial mai prodotta da Diagonal. In the Mouth Of The Wolf sono Michael Wollenhaupt e Gordon Sharp, che se non avete passato qualche decennio sulla luna avete già identificato come l'uomo comunemente noto come Ancient Methods e l'uomo comunemente noto come Cindytalk. Insieme fanno esattamente quello che ti aspetteresti: ci sono gli staccati EBM che vengono molestati da un rumoraccio diretto verso l'abisso. Il disco è in qualche modo un tributo a Sophie Scholl della Rosa Bianca, morta nel 1943 opponendosi al regime nazista.

Mikael Seifu — Zelalem

Non è probabilmente possibile dire niente di brutto su questo disco: è indiscutibilmente stupendo, come è indiscutibilmente stupenda l'etichetta su cui esce (RVNG Intl.). Mikael è Etiope e suona un misto di groove tradizionale del suo paese, garage house a e qualche badilata di psichedelia. L'EP si sbilancia molto dalla parte di quest'ultima, e i beat "fatti a mano" di Mikael diventano una roba quasi krauta, tipo un misto tra un novello Francis Beybey e Manuel Gottshing con in testa una visione di Africa psichedelica.