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Musica

Ho provato a vendere la musica porta a porta come un Testimone di Geova

Cosa si vende più facilmente, la musica o Geova? Siamo scesi in strada a scoprirlo.

Nel 2015, comprare un CD è un'attività con un appeal pari a quello del guardare Forum. Ne sei avverso di default, sei quasi inconsapevole che si fa ancora.

La gente che compra la musica in genere la scarica e se la ascolta in streaming da qualche parte, o la esibisce amorevolmente in forma di vinile sopra i migliori mobili di casa. Il nobile compratore di CD è una figura che sta lentamente andando in estizione; è come un panda asessuato che si rifiuta di scopare con l'ultimo altro panda sulla terra, e ogni giorno che passa ha sempre meno istinto alla riproduzione di quello precedente. È questo lo stato attuale del supporto rigido musicale.

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Riflette una decadenza che ha origine nei luoghi dove un tempo avreste potuto acquistarlo. Negozi di dischi indipendenti ce ne sono ancora, nessuno si è mai preso la briga di sostituire le grosse catene, ma nei centri commerciali non troveremo mai roba che non sia Sam Smith, Laura Pausini o Peppa Pig. Nessuno compra davvero i CD agli stand del merch dopo i concerti, corrono tutti fuori smaniosi di commentare la bravura del gruppo, con in una mano l'ottava pinta di birra e nell'altra la sigaretta.

La diretta conseguenza è che le label vendono e spediscono circa la metà dei CD che vendevano e spedivano cinque anni fa. Anche l'avvento della notizia del venerdì come nuovo giorno di uscita ufficiale dei dischi è un riflesso dell'industria musicale che ammette che alla gente frega di avere le robe l'istante in cui sono online, non quando approdano sugli scaffali dell'Autogrill.

Ma tutto ciò vale anche per i CD? In un mondo in cui Aloe Blacc guadagna quattromila dollari per aiutare Avicii a comporre “Wake Me Up” —che è stata la traccia più riprodotta nella storia di Spotify nel 2013—gli artisti sono davvero costretti a mandare a cacare questo sistema obsoleto così da dedicarsi al cento percento all'avvincente esperienza digitale? O hanno bisogno di altri stimoli?

Volete sapere quale sistema culturale è anni luce dall'aver dimenticato come vendersi alle masse nonostante la rivoluzione digitale? La religione. La religione se ne fotte del progresso tecnologico. Lo stesso papa si è fatto Twitter e di recente ha pure sganciato un mixtape pieno di suoi sermoni in latino prog rock. I testimoni di Geova—l'equivalente dei vinili nel mondo spirituale—ancora se ne vanno di casa in casa ad allargare la loro comunità di otto milioni e duecentomila cristiani al giorno, con un mix di verve rock 'n' roll e fede algida che piace sempre.

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Il punto è: se i testimoni di Geova possono bussare alle porte a convertire la gente, perché non possiamo fare la stessa cosa con la musica? Che l'andare porta a porta a vendere dischi alle persone sia il tallone di Achille dell'industria musicale alla base del suo inesorabile sfacelo? Posso davvero essere io la persona destinata a salvare l'antichissimo e inestimabile valore dei CD musicali armata di sola determinazione e buona volontà?

C'è solo un modo di scoprirlo. Riportare questa roba in strada dov'è nata: cosa si vende più facilmente, la musica o Geova? Come prima cosa però ho bisogno di capire con chi sto andando a battermi, perciò decido di passare da Kingdom Hall, la sede centrale dei miei amici-nemici testimoni, a Londra.

Dopo una conversazione con un solare gentiluomo, vengo invitata al piano di sopra per un incontro. Il silenzio è assoluto e mi siedo, con i confratelli e consorelle nel bel mezzo di una strana recita spiritica. Due donne se ne stanno impalate una di fronte all'altra, divise da una porta finta, su un piccolo palco. A un certo una delle due, la più dark cioè vestita di nero, apre.

"Salve" dice.
"Salve," risponde la Testimone, "Le va se le parlo un po' della Bibbia?"
"Mi scusi, ma mio figlio è morto l'altro giorno di infarto. Spero sia in Paradiso."
"Ok, ma le va o no se le parlo un po' della Bibbia?"

"OK OK!" Il leader interrompe la scena e chiede a tutti cosa abbia fatto di male la Testimone in quel caso. Un bel po' di mani si alzano irruentemente con lo stesso entusiasmo dei bambini alle elementari o di Hermione Granger. Risponde fratello Roland. "Non è stata abbastanza empatica," dice. Allora interviene Sorella Mary: "Non le è fregato abbastanza della perdita del figlio!" Scrosci di applausi per Mary. "Molto bene! Andiamo avanti."

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"Salve"
"Salve, le va se le parlo della Bibbia?"
"Mi scusi, ma mio figlio è morto l'altro giorno di infarto. Spero sia in Paradiso."
"È terribile, mi dispiace. Spero che lei stia bene. Sa che esiste un modo per tornare a vederlo?"
"Davvero? Mi rassicura molto. Vuole entrare?"

Il capo stoppa tutto di nuovo e tutti annuiscono raggianti. Continuano ad analizzare la situazione per svariati minuti, enfatizzando continuamente le parole pazienza e tatto. Sono queste le armi attraverso cui riescono a convertire le persone e a trasformarle nei membri dell'instancabile esercito di profeti che tutti noi conosciamo. Una volta finito il meeting, mi metto a parlare con quanti più profeti possibile, cercando di rifilar lor domande scomode sempre sotto supervisione di Cristo Nostro Signore.

“Quindi se uno va in giro a compiere questa sacra azione, quanti sconosciuti si stima di riuscire a tirare in mezzo su venticinque porte bussate?" Le risposte che ho ottenuto sono state interessanti, e più o meno ho capito che la media è di sei su cento. Quindi per far sì che la musica si avvicini a Geova ho solo bisogno di vendere sette dischi su cento. Niente di infattibile.

PRONTI ALLA DURA LOTTA

Ho scelto dischi recenti, vittime dello zeitgeist del ventunesimo secolo. Sono tutte release di major che, nonostante la notorietà e la stabilità finanziaria, hanno riscontrato poco movimento economico e generica indifferenza, almeno in UK. Ripiego su Young Chasers della celebre band di Liverpool Circa Waves—band che non sfigurerebbe alla Brixton Academy ma a malapena ha raggiunto le classifiche—e Emotion di Carly Rae Jepson, bel disco pop che ha venduto un numero vertiginosamente basso in Regno Unito nonostante il singolo mega hit.

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Allora decido di avventurarmi nel profondo sud di Londra, alla ricerca di copie di questi album e ironia ha voluto che nessuno dei miei negozi di dischi preferiti li avesse in stock. Così sono finita all'HMV di Oxford Street un'ora dopo, con le tasche piene .

GIORNO UNO

Ho camminato su e giù per la via davanti alla prima porta per dieci minuti. Potevo sentire la gente là dietro cucinare, chiacchierare, ridere, e si sentiva pure l'album di The Weeknd andare. Non capisco davvero, perché sono così nervosa? Un tizio sui trenta mi risponde.

“Ciao, hai qualche minuto per parlare?”
“Dubito. Di cosa?”
“Be', ti piace la musica?” La porta si socchiude leggermente. Me ne sto lì, a cercare di farmi passare l'imbarazzo, e sento "Love Me Harder" che si alza di volume. Era ovvio che la prima prova sarebbe andata male, ma no; la proiezione nitida di uno sguardo disgustato, strette di mano e porte chiuse in faccia si è fatta rapidamente realtà. Il pubblico inglese non è solo disinteressato ai CD, ma vuole proprio che ne venga bandita la vendita.

Ogni volta che parlo di vendere musica alle persone ottengo solo sguardi imbarazzati e grandi incoraggiamenti a lasciar perdere. "Eh, questa gente ha enormi privilegi, e comunque navigano nei soldi. Non hanno bisogno di militanti attivisti come te, che cazzo. Non dovresti perdere tempo a cercare di convincerci del contrario." Annuisco e intanto mi mordo la lingua, cercando di tenere bene a mente il movente di tutto ciò. "Se solo sapessero cosa c'è in gioco qui." Il futuro dell'industria musicale, mi rispondo da sola. Il futuro dell'industria musicale.

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Resoconto del primo giorno:
12/25 - Porte mai aperte.
3/25 - Persone che mi hanno mandato affanculo
4/25 - Luci che si spengono al primo bussare.
0/25 - CD venduti.

GIORNO DUE

Ancora convalescente dalla terribile esperienza della sera prima, questa volta decido di andarci più cauta. Per prima cosa: pazienza! Seconda: tatto! Non scordiamoci mai dei preziosissimi insegnamenti dei Testimoni di Geova. Solo così trionferò. Mi pettino all'indietro i capelli, decido di abbassare i prezzi e spostarmi verso la casa di riposo più vicina.

Sono stata illuminata dal Sapere dei Testimoni: agli anziani non piace la nostra compagnia. Come trarne vantaggio economicamente? Tutti questi gentiluomini e gentildonne non hanno altro modo di accedere alla musica nuova se non tramite me. E sono molto più ferrati sull'antica arte della vendita porta a porta, no? No. Inizio a rendermi conto di come gira davvero il mondo solo dopo che un'anziana signora mi squadra per tutto il tempo della mia sosta e dopo che un altro tipo bofonchia "Impostore!", mentre se ne va.

Non è tutto così orribile però, qui a Dulwich; ad alcuni individui sembra intrigare la mia missione. In qualche modo mi ritrovo a discorrere con una nonnina mega fan di BBC Radio. Inizia a elencare una serie di nomi quali Outfit e Courtney Barnett e il mio stomaco va in subbuglio. Dopo dieci minuti di conversazione, la devo salutare. Prima che riesca a chiudere la porta me ne esco con, "Ehi, un attimo solo," in perfetto stile Ispettore Derrick.

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“Ha sentito niente del nuovo dei Circa Waves?”
“Mi sa di sì, non mi è dispiaciuto”
“Be', veramente ne avrei una copia nella borsa, per caso lo vuole acquistare?" La sua testa rotea come quella di un cane antidroga e intanto io trattengo il respiro.
“A quanto?”
“Cinque sterline”
“Ok, eccoli”

Non mi sono mai sentita più viva. È questo quello che vado cercando! POSSO FARCELA!

Mentre continuo a cantare vittoria, mi sposto di due isolati più in giù, con in mano il disco di Carly Rae Jepson contando di venderlo per un fiver. La tizia che mi apre è già sfavata perché Sainsbury di Champion Hill non vende altro che le grandi hit da collezione. Non so come sia possibile ma riesco a vendere il disco pochi istanti dopo aver fatto partire “Run Away With Me” dal mio telefono.

Resoconto del secondo giorno:
9/25 - Porte mai aperte
1/25 - Donna infastidita che prova a cacciarmi con una scopa.
3/25 - Membri della British Legion che mi malcacano per via del mio accento del Midlands.
2/25 - CD sales (!)

GIORNO TRE

La mattina dopo mi sento come Ric Flair che si polleggia col titolo di campione del mondo in vita. Con addosso il profumo della vittoria mi incammino verso Southwar, mentre tra me e me mi chiedo se la battaglia per il futuro dell'industria discografica possa essere combattuta e vinta nelle villette del Dulwich Village? Anche se le nonnine potrebbero avere voglia di fare due chiacchiere, mi accorgo subito che ai ricchi fa MOLTO schifo quando bussate alle loro porte. Riescono a fiutare la tua disperazione prima ancora di guardarti in faccia. Un ragazzo con un cardigan vola giù dalle scale per infilarsi nella conversazione che ero miracolosamente riuscito ad avviare con sua moglie riguardo i suoi gusti musicali. Mi chiede un documento e siccome non sono affatto preparato per un interrogatorio della Stasi gli dico il mio indirizzo mentre spiego che sto solo provando a raccogliere l'opinione della gente in fatto di musica. Lui minaccia di "chiamare la polizia". Faccio cacare a mantenere la calma in situazioni al limite, quindi inizio a sorridere come se avessi una paresi facciale. Sua moglie ora ha un'espressione tipo "Questo tizio è un pazzo balordo?", e così me ne vado, mentre continuo a sorridere. Dieci case più tardi mi rendo conto che ho passato fin troppo tempo nel quartiere sbagliato e con stato d'animo molto diverso da quello tipo John Hughes del giorno prima, capisco che il giorno tre è stato un anti-climax contemplativo.

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Resoconto del terzo giorno:
14/25 - Porte mai aperte
1/25 - Borghese attempato che mi ha dato della troia quando ho provato a entrare in casa sua.
4/25 - Bambini di 10 anni o meno a casa da soli.
1/25 - Uomini che mi ha accusato di aver nascosto il suo cartello ‘no salespeople’.
2/25 - Persone che hanno agitato le loro estremità molto velocemente nel tentativo di scacciarmi via come una mosca.
0/25 - CD venduti.

GIORNO QUATTRO (FINALE)

Mi mancano solo venticinque case e devo vendere cinque CD. È sabato e ho scelto di approdare a North Peckham Estate. Ovunque io suoni non ricevo risposta. I crocifissi che si intravedono da dietro le finestre mi iniziano a sembrare dei diti medi. Il massimo che ottengo è due signore che mi guardano e ridono di gusto guardandomi da dietro la rete metallica della loro finestra.

All'improvviso un giovane dall'aria disorientata mi apre la porta, in Sumner Road. “Vuoi davvero parlare di musica,” ride, “ma sei vestito come uno sbirro e parli come se stessi leggendo un comunicato stampa!" Al che mi tolgo la giacca, mi sbottono la camicia, mi sciolgo i capelli in tutta la loro bruttezza e allento la presa. Senza neanche rendermene conto ero diventata David Cameron. Ora finalmente posso tornare a essere umana.

Ho capito perché lo fa, perché ha del tutto senso. La gente così inizia a dialogare. Alcuni reagiscono con "Hai per caso una petizione da firmare?", e altri ancora si offrono di seguirmi su Twitter, ma il pubblico inglese è pronto a tutto tranne che a spendere del grano su una copia fisica del nuovo Carly Rae Jepsen o Circa Waves. Niente, non ce la posso fare. Senza più speranze, mi avvio verso il luogo in cui tutto ha avuto inizio.

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Busso e aspetto. Dopo un trambusto iniziale, arriva un uomo in giacca e cravatta. Non mi riconosce.

“Posso aiutarla?”
“Sì, per caso ha un minuto? Mi piacerebbe entrare e parlare di musica”
“Oh, be', non proprio direi. Non è neanche la sede giusta, non trova?”
“Oh, ma pensavo che sarei potuto entrare un attimo e parlarle della mia iniziativa…”
“No, questo è un luogo religioso e sempre proprietà privata.”
“Ok,” stupefatta, mi guardo intorno cercando frasi ad effetto con cui uscirmene gloriosamente. "Me ne vado."

Resoconto finale:
Musica - 2/100
Geova - 6/100

RIFLESSIONI

Se qualcuno avesse mai desiderato una sentenza ufficiale, forse addirittura una legge che constati che la musica è morta e sepolta al cento percento, allora deve recitare così: gli album sono più difficili da vendere porta a porta della religione.

Quaranta battenti chiusi in faccia, un paio di minacce di chiamare la polizia, dozzine di vaffanculi detti guardandomi dritto negli occhi, e il peso dell'intera industria musicale sulle spalle si inizia a far sentire. Dopo essere arrivata ad accettare un così alto livello di umiliazione nella mia vita, sticazzi della pazienza e del tatto. Mi serve un dio che mi faccia uscire dal letto adesso. Scrivo una lettera a Carly Rae Jepson e ai Circa Waves per spiegare loro cosa è successo e renderli partecipi dei risultati ottenuti. Spero solo si immaginino quanto posso aver pianto e quanto sconfitta mi sento adesso.

Ma… come finisco di elaborare questi pensieri, sento suonare al campanello. Mi affaccio alla finestra e vedo loro.

Due Testimoni in prima persona, proprio sotto casa mia. Dio può volermi male, ma Carly Rae e Circa Waves no. Addio miei cari implacabili Testimoni. Non so se ho voglia di augurarvi una buona giornata.

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