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Sotto il cappotto di Luther

Ripercorriamo la carriera di Idris Elba con una grande allegoria intessuta di capi di abbigliamento appropriati, dai maglioni di The Wire fino al cappotto di Luther.

Questo post appartiene alla nostra serie sul meglio del catalogo Sky Online.

Quando ho iniziato a ragionare alla struttura di questo pezzo, ho provato a pensare a titoli che mi venissero direttamente dall'anima.

L'isola d'Elba, ho pensato. La voce ha risposto “Cerca più a fondo.” L'Elba del vicino è sempre più verde, ho pensato. La voce ha risposto “Cerca più a fondo.” Esilio all'Elba, ho pensato allora. La voce ha risposto “Cerca più a fondo.” Poi sono uscita dalla lezione di sub. Sulla via di casa, ho avuto l'illuminazione: avrei parlato di Idris Elba attraverso una grande allegoria intessuta di capi di abbigliamento appropriati.

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1. MANICHE LUNGHE: LA GENESI

Ma facciamo un passo indietro: Idris Elba, inglese, ha cominciato la sua carriera a poco più di vent'anni con una serie di ruoli minori in serie tv altrettanto inglesi. Di recente, è diventato una delle facce fresche più rispettate di Hollywood. Perché, dite voi? Non interrompete, dico io. Nel mezzo di questo tragitto, una decina di anni fa, c'è stato il tassello che mi piace etichettare come “quel momento in cui, quando vedevi Idris Elba nei film, non dicevi 'quello è Idris Elba'.” Quel momento in cui tutti gli attori non amano trovarsi, e tutti gli amanti del cinema sì, perché possono affidare a una faccia fresca il prossimo paio di quarti d'ora di idolatria. Idris Elba si munisce di accento di Baltimora ed è “Stringer” Bell in The Wire, uno dei personaggi più controversi e rimpianti della serie, nonché quello meglio vestito (le sue polo! E che dire di quei maglioni!), tant'è che forse la sigla di The Wire con “you gotta keep the devil way down in the hole” si riferiva a quel diavolo d'intenditore; ma divago.

I maglioni di Stringer Bell ci aiuteranno a sintetizzare la carriera post-Wire di Idris Elba, ovvero quello che è successo in questi dieci anni.

2. IL COMPLETO FA CARRIERA

Evidentemente l'agente di Idris Elba ha letto la parola “gangster” nel titolo e ha pensato “Ah sì, questo lo sa fare di sicuro,” e così Elba si è ritrovato protagonista di una delle morti più esagerate di American Gangster.

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3. IL “SEMBRA SEMPRE IMPOSSIBILE FINCHÉ NON VIENE FATTO”

Mandela: Long Walk To Freedom è un film dal tempismo sfortunato, o un film con dei distributori senza scrupoli (l'anteprima del film a Londra è stata il 5 dicembre 2013).

Idris Elba, che fino a questo ruolo non è che fosse stato esattamente il Daniel Day-Lewis di tutti i trasformismi, fa un ottimo lavoro su voce e movimenti del, permettetemi di dirlo, “GIOVANE MANDELA.” Elba offre una performance coerente in un film che, ahi, ha più pecche che soltanto gli U2 in colonna sonora.* *Un intermezzo fuori tema: se desiderate osservare Bono che digrigna i denti per l'invidia, potete guardare questo video. Noi rimaniamo qui.

4. IL “TUTINA”

Poi, non si sa quando, qualcuno ha fatto un sogno. Il sogno coinvolgeva Idris Elba che viaggiava per lo spazio in tutine pressurizzate e aerodinamiche. E in un attimo, MRATATAM, Prometheus, e poi ancora MRATATAM, Pacific Rim.

Che sia la sua versatilità negli accenti? Che sia la sua presenza scenica? C'è qualcosa che deve avere scatenato la connessione Idris Elba-veicoli giganti, e non è solamente la sua espressione accigliata da persona “determinata e seria” in entrambi i film. Che quel qualcosa sia Thor, in cui Elba si destreggia all'interno di un'armatura molto più pesante di lui, e si congela davanti a tutti?

5. IL “PROCEDURALE”

Da quattro anni a questa parte, molto più che come Stringer Bell, Idris Elba viene chiamato da tutti “Luther,” perché John Luther è il protagonista di, guarda caso, Luther, una serie tv cominciata quattro anni fa.

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“Guarda, mamma, Luther in una tutina spaziale.”

Luther è un ispettore vagamente sociopatico, oltre a essere l'unica persona con più sfighe di Jack Bauer nella propria vita privata.

“Ah, John Luther, te l'ho detto di quella volta che mia moglie è morta nella prima serie di 24?”

“Jack Bauer, tu non te lo immagini proprio, ma io SPOILER SPOILER SPOILER.”

Anche in questo caso, Elba ha lanciato un leit motiv di abbigliamento: il cappotto.

Luther è la discesa agli inferi di un agente brillante che si accompagna a personaggi non raccomandabili, e si sviluppa in tre stagioni per un totale di quattordici episodi (si ringrazi il senso di economia degli inglesi, che non sentono la necessità di diluire le serie in un numero spropositato di episodi, almeno quando i loro show non durano quarant'anni).

Il finale della terza stagione, conclusivo per la serie, sembra lasciare la strada aperta a più possibilità. E in effetti, Neil Cross, il creatore di Luther, sta lavorando a un seguito—che uscirà nei cinema. Uniti nei loro destini tragici, John Luter e Jack Bauer sono uniti anche nella loro promessa di lungometraggi.