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Música

Last Night a Fashion-Night-Out DJ Saved My Life

Una serata a Milano con i Dj della Fashion Night Out.
fashion night out

Ieri sera a Milano, così come in varie altre città del mondo, si è tenuta la Vogue Fashion Night Out. Ovviamente, non ho potuto fare a meno di andarci per vedere com'era la situazione. Ma non vi preoccupate, non starò qua a raccontarvi per l'ennesima volta delle strade piene di gente che si lamentava di come la strade fossero piene di gente, o delle diciottenni in tiro che si bagnavano ogni volta che una macchina foto era nei paraggi, né delle fashion blogger trattate come divinità all'interno dei megastore—anche se, oooops, l'ho appena fatto. Immagino che queste cose le sappiate già. Quello che mi ha davvero colpito, l'autentica novità della serata, è stato il fatto che non fosse tanto la moda a farla da padrona, quanto la musica. Sì, avete capito bene, la musica!

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Se fino a poco fa, durante eventi del genere, l'importante era avere qualcuno che facesse finta di mettere i dischi per fare bella figura, ora si è scatenata una vera e propria guerra tra store per assicurarsi DJ che possano costare cifre ragionevoli rappresentare l'essenza del marchio e attirare più babbi possibile distinguerli dalla concorrenza. Così, senza neanche rendersene conto, i giovani milanesi si sono ritrovati in una specie di festival spontaneo per le vie del centro, un Sonar edizione bimbominkia in cui il gusto delle varie case di moda si trasmetteva in musica—in altre parole, una selezione che neanche gli organizzatori dell'Heineken Jammin Festival strafatti di Roipnol® avrebbero potuto tirare fuori.

Come succede per i festival, avremmo voluto "farci" tutti gli store della serata, ma era umanamente impossibile. Questo è quello che siamo riusciti a vedere e sentire.

Ci sembrava giusto partire dall'inizio, dalla crema dello shopping milanese, Montenapo ovviamente, e in particolare dalla boutique che meglio rappresenta lo stile italiano contemporaneo, ovvero Hogan. Lì, oltre a un Andrea della Valle in gran forma, abbiamo incontrato questo giovane hipster dalla lunga chioma bionda, il cardigan da 2.000 euro e il fedora appizzato ma comunque in bella vista. Al che mi sono detto che Hogan, probabilmente, non puntava sulla musica, avendo chiamato un belloccio qualsiasi a suonare, e così il mio fotografo ed io ce ne siamo andati. Ovviamente mi sbagliavo, Hogan non lascia mai nulla al caso: quello, ho scoperto più tardi su internet, era Dj Mosey aka Pierre Sarkozy, aka il figlio dell'ex-Presidente francese aka il dj più raccomandato nella storia della musica! Se lo avessi saputo mi sarei fermato e avrei prestato più attenzione alle cagate che stava mettendo. Peccato.

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In realtà non ho prestato attenzione alla musica neanche nello store successivo, quello di Patrizia Pepe, nonostante fossi ben consapevole dell'identità del DJ. Boosta (anche detto "Boosta de piscio" dai fan più affezionati, come il sottoscritto) e i Subsonica sono senza dubbio i personaggi della musica italiana che detesto maggiormente, quindi abbiamo fatto una foto da fuori e siamo andati avanti lungo via Manzoni, cercando di sentire il meno possibile.

Poco dopo ci siamo imbattuti in DJ Ralf, l'unico tra quelli intravisti in serata per cui io nutra un certo rispetto. Purtroppo però DJ Ralf non si era reso conto che non stava suonando al DC10 con il CircoLoco, ma in un negozio di 40 mq in via Manzoni chiamato Manila Grace. Il negozio, infatti, era semi vuoto, probabilmente per il fatto che quando provavi a entrare le onde sonore scatenate dallo Zio Ralf ti rimbalzavano fisicamente fuori. Rispetto anche per questo.

Questo tizio con un NewEra customizzato da uno studente al primo anno di IED, invece, era il DJ della serata Bikkembergs, Lorenzo LSP. Internet mi ha poi rivelato che suonava insieme a un certo "Chris Jezus, l’ideatore della serata Diskopolitan, il party eclettico e glamour del giovedì del Blanco." Per chi abita a Milano, abbastanza informazioni per non volerne avere altre.

Abbiamo poi proseguito il nostro fashion-percorso per Via della Spiga, dove il primo store ad attirare la nostra attenzione è stato quello di Philip Plein, una sorta di John Richmond meets Alexander McQueen meets Bancarella del Mercatino. Dentro abbiamo assistito a questa scena. Esatto, una violinista che suonava con una "DJ". Se avessi sentito le note di Boosta, forse non avrei assegnato a questo duo il titolo di musica meno OK della serata.

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Una volta su Via della Spiga non potevamo non fare un salto da Tiffany & Co., il quale ha pienamente confermato la nostra visione del brand—raffinatezza e gusto con un occhio sempre rivolto ai giovani—chiamando a suonare PierFrancesco, lo zio DJ di una delle commesse, su questo sfondo viola ad effetto (non so chi sia questo tizio, ma scoprirlo mi interessa così poco che non ce l'ho fatta a scrivere "Tiffany Fashion Night Out Milano 2012" su Google. Piuttosto lo scrivo qui).

Lo store successivo in cui ci siamo imbattuti si chiama Bagutta, e credo venda pigiami o qualcosa di simile. Quando ho chiesto a una delle ragazze fuori chi fosse il DJ che suonava, mi ha risposto quasi scocciata. "È XXX (non ho capito il nome), quello del Plastic." In effetti ci sarei potuto anche arrivare da solo. Mentre ero lì aveva messo questo pezzo.

Seguono due tappe obbligatorie: prima il Burberry store, che ha puntato sull'effetto sorpresa, facendo suonare un tizio vestito da giovane londinese del 2009 che metteva "Common People" dei Pulp.

Poi, ovviamente, il Versace Store, dove il grandissimo Dj Herca, accompagnato dal suo fedele scagnozzo, deliziava il sempre raffinato pubblico di Donatella con tracce che viaggiavano dalla house commerciale all'"hip hop".

OK, ora basta cazzate. Ci siamo lasciati i pezzi grossi per il gran finale. Tornando verso il Duomo siamo passati davanti al JDC Urban Store, dove dei mega schermi piazzati vicino alle vetrine trasmettevano una figura familiare. Siamo scesi giù e abbiamo trovato lui,  Albertino! Dopo l'iniziale gioia per la notizia che è ancora vivo, abbiamo proseguito oltre.

Quello che viene dopo dovreste già saperlo. Provate a immaginare una versione più giovane, più bella, più di successo e più francese di Albertino: esatto, sto parlando proprio di lui, di Bob "The Body" Sinclar. Pur di averlo, quelli di OVS hanno deciso di bruciarsi metà del budget annuale, facendo perdere il posto a chissà quanti lavoratori in Cina. Ma ovviamente ne è valsa la pena, e tutti, ragazze, donne e bambini, erano letteralmente impazziti. Nessuno prima di loro era riuscito a organizzare un rave formato-famiglia di quella portata in Via Torino.

È così che si è conclusa la mia serata tra i migliori DJ della moda milanese. Ora non mi resta che aspettare un anno per godermi un altro festival gratis per le vie di Milano. Grazie mille, Vogue Fashion Night Out!

Segui Lorenzo su twitter: @sexypeople