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Vélizy Hills 78140

Nelle banlieue parigine c'è un'intera generazione di giovani con nomi ispirati ai telefilm americani.

A metà degli anni Ottanta, in piena ondata di coca e disoccupazione, la Francia ha cominciato a dare nomi americani ai suoi figli. Oggi, centinaia di migliaia di giovani rispondono al nome degli eroi e delle eroine dei film e telefilm preferiti dai genitori. Molti di loro abitano nei sobborghi ovest di Parigi. Li abbiamo trovati a ciondolare fuori dal Vélizy 2, il più grande centro commerciale dell'Yvelines, e abbiamo chiesto loro come ci si senta a portare il nome di personaggi visti solo alla televisione tanto tempo fa.

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Heather, 14 anni, Vélizy.

VICE: Da dove arriva il tuo nome?
Da Heather Locklear, un’attrice che recitava in una serie che piaceva a mia mamma. Cercava un nome originale.

Certo, interpretava Amanda in Melrose Place! Il tuo nome ti ha mai causato problemi?
No, tranne quando la gente non sa pronunciarlo e dice “Eder” o “Ezeur”…

Cosa stai facendo ora? Solo un giro al Vélizy 2 con i tuoi amici?
Sì, stiamo facendo shopping. Poi andiamo al cinema a vedere Viaggio al centro della terra 2.

Brenda, 14 anni, Levallois.

Come mai ti chiami Brenda?
Mia mamma guardava sempre Beverly Hills e nel telefilm c’era una ragazza di nome Brenda. Recita anche in Streghe. Credo che mia madre la trovasse carina.

Se avrai dei bambini come li chiamerai?
Anche io darei loro nomi americani. Mi piacciono Tyrone, Taylor e Ashley.

Da dove arrivano?
Dalle serie americane. Ashley era un’adolescente a cui piacevano i ragazzi e non importava molto della scuola, come me. La scuola non è molto interessante per noi. Preferiamo stare in giro.

Kevin, 18 anni, Levallois.

Perché ti chiami Kevin?
Per Kevin Costner. A mia mamma piaceva.

Perché?
È un bravo attore ed è bello. Ma il nome è abbastanza comune adesso. Conosco almeno sei o sette Kevin nati nel 1994.

Hai visto Balla coi lupi?
No.

A tua mamma piacciono gli Stati Uniti?
Sì. Il suo sogno è di andare lì, perché c’è tutto. Le è sempre piaciuto lo stile di vita americano—non tanto per il sistema sanitario che non è buono come qui, ma perché là le persone sono più simpatiche.

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Brandon, 14 anni, Levallois.

Perché ti chiami Brandon?
Perché mia mamma guardava una serie intitolata Beverly Hills. Secondo lei il tipo di nome Brandon era molto carino e ha pensato che anche io sarei stato carino come lui.

Ha funzionato?
Lei sembra pensare di sì.

Hai mai guardato Beverly Hills?
Certo, volevo sapere cosa fosse, mi intrigava. Quando ero piccolo lo facevano ancora su TF1 [canale televisivo francese] e lo guardavo, ma poi ho smesso. Era per gente più giovane, per mia mamma quando era giovane. Se fossi stata una femmina mi avrebbe chiamato Brenda.

A tua mamma piacciono gli Stati Uniti?
Sì, abbiamo dei parenti che ci vivono. Siamo andati a trovarli per un paio di settimane in New Jersey, a Englewood. La vita è movimentata là. Qui è triste. Almeno, questo è quello che pensa mia mamma.

Se avessi dei figli come li chiameresti?
Anche io guardo molto una serie TV, Smallville, e un personaggio che arriva da un altro pianeta si chiama Kal-EL. Mi piace quel nome.

Ma pensi che sia un nome vero?
Non proprio. Ma di sicuro sarà unico.

Qual è il tuo secondo nome?
Ne ho tre: Paul, Henri e Gérard. Me li ha dati il mio patrigno.

Sei contento di chiamarti Brandon?
A dire il vero sì.

Jennifer, 16 anni, Villeneuve-Saint-Georges.

Da dove arriva il tuo nome?
Quando mia mamma era incinta aveva molto tempo libero. Passava il tempo a guardare TF1. Ha trovato il nome Jennifer in Febbre d’amore. Si è detta: “Sì, è carino, è diverso, non è francese.”

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Hai visto il telefilm?
Sì, è noioso. C’è sempre un personaggio che ne scarica un altro e finisce per stare con un terzo.

Hai altri nomi?
Jacqueline e Nicole. Sono i nomi delle mie due nonne.

Come chiamerai i tuoi figli?
Salina, se è una bambina: è spagnolo. E se è un maschio, Kenzo. È il nome di un profumo e mi piace.

Sonny, 24 anni, Créteil.

Da dove arriva il tuo nome?
Dal poliziotto bianco di Miami Vice, Sonny Crockett. Quando mia madre era incinta si è separata da mio padre che era italiano, precisamente siciliano. Lui voleva chiamarmi Anthony. Credo che mia mamma abbia scelto questo nome perché era fuori dal comune e perché voleva far vedere al suo ex marito chi comandava.

Hai mai avuto problemi a causa del tuo nome?
No, al contrario. A me piace perché è insolito. Si nota subito e così la gente si ricorda di me. E in questo modo non ho mai avuto nessun soprannome patetico, la gente mi ha sempre chiamato Sonny! Comunque, quando mia madre è andata a registrarmi all'anagrafe di Fontenay-sous-Bois nel 1988, l’incaricato si è rifiutato di scrivere il nome come voleva lei, cioè “Sony”. Credo fosse una questione di marche, sai, la Sony. Quindi mia mamma ha dovuto aggiungere una N. Per causa mia è stato avviato un procedimento grazie al quale, un anno dopo, alle persone è stato concesso di chiamare i loro figli “Sony”.